- A. Restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, meno di quello minimo previsto.
- B. Intensa paura di aumentare di peso o diventare grassi, oppure un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se significativamente basso.
- C. Alterazione del modo in cui viene vissuto dall’individuo il peso o la forma del proprio corpo sui livelli di autostima, oppure persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso.
Per una diagnosi corretta viene anche richiesto di specificare la tipologia:
- Tipo con restrizioni: durante gli ultimi 3 mesi, l’individuo non ha presentato ricorrenti episodi di abbuffata o condotte di eliminazione (per es., vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). In questo sottotipo la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva.
- Tipo con abbuffate/condotte di eliminazione: durante gli ultimi 3 mesi, l’individuo ha presentato ricorrenti episodi di abbuffata o condotte di eliminazione (per es., vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
E la fase di decorso del disturbo:
- In remissione parziale: successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per l’anoressia nervosa, il Criterio A (basso peso corporeo), non è stato soddisfatto per un consistente periodo di tempo, ma sia il Criterio B (intensa paura di aumentare di peso o diventare grassi o comportamenti che interferiscono con l’aumento di peso), sia il Criterio C (alterazione della percezione di sé relativa al peso e alla forma del corpo) sono ancora soddisfatti.
- In remissione completa: successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per l’anoressia nervosa, non è stato soddisfatto nessuno dei criteri per un consistente periodo di tempo.
- Specificare la gravità attuale: il livello minimo di gravità si basa, per gli adulti, sull’attuale indice di massa corporea (IMC, Body Mass Index BMI) oppure, per bambini e adolescenti, sul percentile dell’IMC. I range sono derivati dalle categorie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la magrezza degli adulti; per bambini e adolescenti, dovrebbero essere utilizzati i percentuali dell’IMC corrispondenti. Il livello di gravità può essere aumentato al fine di riflettere sintomi clinici, il grado della disabilità funzionale e la necessità di una supervisione.
- Lieve: IMC ≥ 17kg/m2
- Moderata: IMC 16-16,99 kg/m2
- Grave: IMC 15-15,99 kg/m2
- Estrema: IMC < 15 kg/m2
- SOTTOPESO: BMI inferiore a 18,5 o, se adolescenti o bambine, al di sotto di quanto atteso. Il sottopeso deve essere il risultato della restrizione dell’apporto energetico rispetto al necessario.
- PAURA DI INGRASSARE: anche se sottopeso la persona affetta da Anoressia Nervosa ha paura di prendere peso o di diventare grassa. Prova terrore all’idea di “ingrassare” e pensa che il suo peso aumenterà in modo incontrollato se inizierà a nutrirsi in modo normale.
- ECCESSIVA VALUTAZIONE DEL PESO E DELLA FORMA DEL CORPO: le persone basano la valutazione di sé in modo predominante su ciò che dice la bilancia; un aumento di peso porta a provare frustrazione e autosvalutazione mentre un calo di peso aumenta il senso di autocontrollo, di fiducia in sè e di autostima. L’insoddisfazione riguarda spesso alcune parti del corpo come il seno, la pancia, il sedere e le gambe, che sono considerate troppo grosse.
L’AMENORREA non è più necessaria per fare diagnosi, ma è un sintomo che deve comunque far sospettare la presenza di un disturbo alimentare se compare in una persona che restringe l’alimentazione.
CHI COLPISCE
- Descritta per la prima volta nel 1694 dal medico Inglese Richard Morton e considerata una malattia rara fino a 30 aa fa.
- Colpisce lo 0,28% delle adolescenti e delle giovani donne adulte dei paesi occidentali (in Italia non ci sono differenze significative nella sua distribuzione tra nord, cento e sud).
- Nel 90-95% dei casi colpisce il sesso femminile.
- L’età d’esordio è spesso compresa tra i 12 e i 25 anni, con un picco di frequenza a 14 e un altro a 18 anni.
- Negli ultimi anni sono stati diagnosticati casi di incidenza più tardiva, dopo i 20-30 anni e alcuni casi di insorgenza precoce, prima dei 12 anni.
- Negli anni ’60 colpiva prevalentemente le classi agiate, mentre attualmente è distribuita in modo omogeneo nelle diverse classi sociali.
- Nel mondo della moda e della danza la frequenza del disturbo è maggiore, ma non si è in grado di stabilire come le due variabili stanno in relazione (sono la danza e/o la moda a favorire lo sviluppo del disturbo oppure sono le ragazze più a rischio di svilupparlo ad essere attratte da lavori che enfatizzano la magrezza del corpo?).
- Per quanto riguarda la scolarità non sembra ci siano differenze tra le persone affette da anoressia e quelle di pari età e classe sociale che non ne sono affette. È stata inoltre smentita la convinzione che le persone che sviluppano il disturbo abbiano un quoziente intellettivo superiore alla media (i risultati brillanti sono il risultato dell’impegno posto nello studio e non di particolari dote intellettive o mnemoniche).
DECORSO
- Tipicamente ha inizio nell’adolescenza con un marcato calo ponderale il successivo raggiungimento di un peso corporeo molto basso.
- La perdita di peso è raggiunta in modo attivo attraverso una dieta ferrea e ipocalorica e a volte un’attività fisica eccessiva e compulsiva.
- In alcuni casi il disturbo è breve e guarisce senza nessun trattamento o con un trattamento breve, ma nella maggioranza dei casi persiste e richiede attenzione clinica.
- Lo sviluppo di comportamenti bulimici è frequente e circa la metà dee pazienti migra verso una diagnosi di bulimia nervosa.
- Sintomi comuni, che si aggravano con il decremento ponderale e spesso scompaiono con il recupero del peso sono la depressione, i deficit di concentrazione, l’ossessività, l’isolamento sociale e la perdita dell’interesse sessuale.
- Nel 10-20% dei casi si sviluppa una condizione che persiste per il resto della vita, danneggiando gravemente il funzionamento interpersonale, scolastico e/o lavorativo.
- Il tasso di mortalità è del 5% per le complicanze della malnutrizione o per suicidio.
- Fattori di prognosi positiva sono la giovane età e la breve durata di malattia, mentre fattori di prognosi negativa sono la presenza di problematiche mediche e psichiatriche coesistenti.